Descrizione
La rassegna continua, con Andrea Navarini, ospite della quinta diretta in qualità di giovane imprenditore nel campo dell’artigianato del rame.
Andrea lavora da 4 anni nell'azienda di famiglia, un’impresa di dimensioni medio-piccole che ad oggi conta 10 dipendenti.
Di cosa si occupa l’impresa di Andrea?
Il suo core business riguarda le pentole in rame che oggi l’impresa esporta in tutti i continenti (maggiormente in Cina e Corea) e che vengono realizzate interamente a mano in Trentino. Ma non solo: l’impresa crea anche molti oggetti in rame per l’arredo casa e l’arredo cucina.
Oltre alla produzione da listino ci sono le linee taylormade che prevedono lo sviluppo e la realizzazione di progetti su misura per il cliente, che richiedono più tempo, a seconda delle richieste. C’è molta richiesta di esportazione all'estero, perché oltreoceano le piccole imprese artigiane italiane sono molto ben viste.
Andrea, come molti imprenditori, è un tuttofare all'interno della sua azienda: segue la parte di creazione e lo sviluppo dei nuovi prodotti e la loro successiva commercializzazione, la parte delle forniture, la parte delle certificazioni e delle omologazioni, si rapporta con i clienti (sia locali che internazionali), controlla la procedura dei resi, si fa carico delle lamentele, si occupa della gestione delle fiere all'estero e si incarica, delle volte, persino di svolgere il ruolo di guida turistica presso il museo del rame che ha fondato la sua famiglia!
Ma qual è stato il percorso formativo di Andrea? Ancora una volta troviamo in lui la conferma del fatto che per i giovani che scelgono di intraprendere un percorso universitario specifico e che poi scoprono che nella vita vogliono fare dell'altro non tutto è perduto! Infatti Andrea, dopo le superiori, si è iscritto alla facoltà di economia, ma ben presto ha capito che quello che studiava lì non faceva per lui e che non avrebbe mai voluto occuparsi di quello in una futura carriera lavorativa. L’università però ci teneva a frequentarla, per questo in seguito si è iscritto a sociologia, che lo ha portato ad acquisire una metodologia di lavoro e di studio molto buone.
“Fare l'università ti permette comunque di acquisire una determinata impostazione mentale, ti fa cambiare a livello personale e ti dona la giusta attitudine di cui hai bisogno per affrontare la vita lavorativa”.
“Artigiani si diventa e non si nasce” ci dice Andrea, perché anche lui all'inizio non sapeva a cosa voleva dedicarsi nella vita, aveva tante passioni e nessuna prevaricava sull'altra. Seguendo il consiglio della nonna, che gli diceva “se non sai cosa fare, l’importante è che comunque tu faccia qualcosa”, Andrea ha colto l’occasione che gli si è presentata davanti quando la famiglia gli ha dato l’opportunità di entrare nell'azienda.
Secondo Andrea, quattro sono le competenze necessarie per diventare un bravo imprenditore nel campo dell’artigianato:
- Competenze digitali;
- Competenze manuali e tecniche, che sono paradossalmente le più semplici da imparare, perché per diventare un buon artigiano basta lavorare sodo, fare tanto esercizio e con il tempo si può imparare tutto;
- Competenze comunicative per riuscire a comunicare il proprio prodotto e a venderlo – oggi specialmente passa tutto dalla comunicazione.
“La figura dell’artigiano è cambiata molto, una volta era sufficiente essere dei bravi artigiani e ti venivano a cercare da tutto il mondo, oggi se sei bravo ma non lo sai comunicare, sei semplicemente un bravo artigiano chiuso in uno stanzino”
- Competenze interculturali e conoscenza delle lingue straniere, che sono fondamentali per poter interagire con i clienti e i partner all'estero
Il momento più bello per Andrea nel mondo dell’imprenditoria è rappresentato dalla prima fiera all'estero che ha fatto, negli USA a Portland nello stato del Maine. Suo papà era stato invitato a presentare dei prodotti e aveva bisogno di qualcuno che parlasse inglese, e Andrea è partito in qualità di traduttore e interprete.
“E’ stato il mio primo vero contatto con il mondo, ero l’unico che sapeva l’inglese e mi sono dovuto buttare. E’ stata un’esperienza ricca di soddisfazioni perché abbiamo venduto tutto, non abbiamo portato a casa niente. Era addirittura prima dei miei esami di maturità, ma un’occasione così non avrei potuto perdermela!”
Ringraziamo Andrea per l'intervista, e senza indugi ti invitiamo a passare alla prossima e ultima intervista dell'ultimo #giovaneprofessionista!