Descrizione
Quarto appuntamento con i #giovaniimprenditori!
L’ospite speciale della diretta di oggi è Sara Ghezzer, psicologa e psicoterapeuta, ma non solo: è anche fondatrice della cooperativa Neuroimpronta e questa sera condividerà con noi la storia che ha portato alla sua creazione.
Un primo aneddoto che Sara ci racconta è che il suo lavoro è itinerante: con il materiale per svolgere gli incontri sempre in macchina, insieme alle sue quattro colleghe, Sara gira per il Trentino per portare avanti i diversi progetti della cooperativa, specialmente in val di Non, val di Sole e Trento.
Il lavoro a Neuroimpronta si basa sulla divisione delle competenze, perché l’ambito della psicologia è molto ampio e non si può aspirare a diventare esperti in tutto. Sara, insieme ad un’altra collega, si è specializzata nel lavoro con gli adulti e con gli anziani e con la cooperativa spesso realizza progetti dedicati alle persone di una certa età, come incontri volti allo svolgimenti di esercizi di ginnastica mentale presso delle associazioni o dei circoli per gli anziani.
“Ho ascoltato le mie emozioni mentre lavoravo, ed è stato quest’analisi di me che mi ha portato alla decisione di specializzarmi nella psicologia dell’invecchiamento. Durante il tirocinio infatti ho visto che con le persone anziane inaspettatamente mi trovavo bene e in sintonia: mi piaceva prendermi cura dei nonni. Le soddisfazioni più grandi vengono dalle persone con cui lavoro, nel mio caso i momenti più divertenti sono quelli con i gruppi dei nonni perché alla loro età hanno tanto da dire e raccontano degli aneddoti molto interessanti. Inoltre, si affezionano facilmente.”
Le altre tre colleghe sono specializzate nella psicologia dei bambini e dello sviluppo, e le attività in questo ambito vengono svolte presso alle scuole come, ad esempio, l’aiuto compiti, l’insegnamento di un metodo di studio, delle serate dedicate ai genitori.
Durante l’anno di tirocinio previsto dal percorso di studi per arrivare a ricoprire la professione di psicologa, Sara ha conosciuto due delle sue quattro colleghe con cui successivamente ha costituito Neuroimpronta: erano tre trentine a Bolzano e si sono trovate a lavorare ben insieme, andando molto d’accordo durante il tirocinio.
“Perché non proviamo a fare qualcosa per lavorare insieme anche quando finiamo il tirocinio, una volta che rientriamo in Trentino?” ci racconta di aver proposto Sara. “L’idea era quella di portare la disciplina delle neuroscienze e la neuropsicologia – che era quello che avevamo studiato tutte e tre – anche in Trentino, dove allora era un po’ meno diffusa e conosciuta.”
Prima di mettersi a lavorare in proprio, gli psicologi all'inizio delle loro carriere sono soliti appoggiarsi a enti terzi presso cui iniziano ad esercitare, ma il sogno di Sara e delle colleghe era quello di cominciare a lavorare come psicologhe in proprio fin da subito. “Per fare ciò abbiamo costituito una nostra cooperativa. C’è voluto del tempo per chiarire cosa volevamo fare e non è stato semplice all'inizio perché c’è una serie di questioni burocratiche da affrontare e abbiamo dovuto farci aiutare. Grazie ai contributi del Fondo Sociale Europeo siamo potute andare dal notaio, abbiamo fondato Neuroimpronta e siamo entrate nel mondo del lavoro”.
E’ stato successivamente, durante la scuola di specializzazione, che Sara e le sue due colleghe hanno conosciuto le due ultime arrivate, a cui hanno proposto di entrare a Neuroimpronta.
Sara ci racconta come per essere psicologi bisogna essere curiosi sul funzionamento delle persone e voler capire come poterle aiutare, perché non c’è un individuo uguale all'altro, ed è questo che rende il lavoro così stimolante. Sono necessarie anche una buona dose di empatia e una propensione al lavoro di cura.
Ma nel caso di Sara, che oltre che psicologa è anche imprenditrice, le cose si complicano: “Essere imprenditrice non è facile: all'inizio c'è bisogno di una certa dose di incoscienza che ti porti a dire ‘proviamoci’, ‘buttiamoci’, poi però, quando arriva l’impatto con la fatica del lavoro bisogna dimostrare di che pasta si è fatti, ed è in quel momento che il team fa la differenza, per spalleggiarsi e tirare fuori lo spirito di squadra. In merito al team, un consiglio importante è: non imbarcatevi in un’impresa da soli, trovatevi dei compagni di viaggio che abbiano magari competenze diverse dalle vostre per farvi crescere e per far crescere l'impresa”.
Sara ci ricorda come sia anche determinante tenersi dei momenti liberi dal lavoro perché da imprenditore è facile immergersi completamente nell'impresa, ma non è molto sano, è importante ritagliarsi dei momenti in cui non si pensa al lavoro. E’ importante anche saper delegale e non aver paura a chiedere chi ne sa di più.
Si conclude così anche questa intervista! Al prossimo #giovaneimprenditore!