Descrizione
Diamo il via a questa rassegna di testimonianze con la prima delle nostre interviste ai giovani professionisti di Gi.Pro !
Se ti stai chiedendo cos'è Gi.Pro, te lo spieghiamo qui brevemente: Gi.Pro è un tavolo d'ambito, che è stato promosso dalla Provincia Autonoma di Trento, che racchiude la quasi totalità degli ordini professionali che risiedono nella provincia.
Lo scopo di GiPro è duplice:
1) permettere a dei giovani professionisti esercitanti delle professioni diverse di conoscersi, confrontarsi e fare rete;
2) far sì che questa rete di professionisti possa dedicarsi all'orientamento per i giovani che hanno interesse ad intraprendere una delle loro professioni.
Iniziamo con le domande!
Samuel, raccontaci qualcosa di te!
«Mi chiamo Samuel Hausbergher, ho 35 anni, sono nato e cresciuto a Trento, poi per lavoro mi sono trasferito a Rovereto e risiedo lì ormai da quasi 10 anni. Ho studiato a Rovereto e a Pinzolo (più precisamente a Giustino). Oggi lavorano con me una socia e 6 collaboratrici in un ufficio a Giustino (poco prima di Pinzolo). Faccio il commercialista da 7 anni (sommati agli anni di praticantato sono 9 anni).
Ho partecipato alla diretta in un duplice ruolo: sia come commercialista che come vicepresidente di Gi.Pro.»
Come sei arrivato a svolgere la professione del commercialista?
«Ho studiato economia all’Università di Trento. Durante il mio percorso di studi universitari non avevo intenzione di diventare un commercialista perché ero orientato verso una carriera aziendale. In seguito gli eventi mi hanno portato a intraprendere questo percorso: durante gli anni di magistrale mi ero infatti trovato un lavoro part-time presso un’azienda e proprio il commercialista che seguiva questa azienda mi ha proposto di avviare un percorso di praticantato con lui. Così ho accettato. Dopo aver concluso il percorso universitario, quindi, ho iniziato quasi immediatamente il mio percorso di praticantato a Pinzolo: mi ricordo ancora che per 2 anni e mezzo ho fatto su e giù da Trento a Pinzolo con la macchina (a quei tempi infatti vivevo a Trento) e ricordo questi viaggi come lunghi e stancanti. Oggi ripensando a quei tempi posso dire che il praticantato è un periodo di gavetta che richiede sempre una qualche forma di sacrificio e serve a preparare meglio per la vita lavorativa successiva.»
Come è organizzato il tuo lavoro?
«Ora condivido lo studio con una socia commercialista e insieme a noi lavorano 6 ragazze che si occupano dell’attività dell’ufficio.
Qualsiasi attività di commercialista necessita di un lavoro in team, anche se poi l’attività in sé è in autonomia, in solitaria. E’ sempre importante poter contare su di un confronto con altri colleghi, professionisti, lavoratori che magari hanno più esperienza. Il professionista ha sempre un momento in cui deve riflettere in autonomia e in solitaria ma la possibilità di confrontarsi è un valore aggiunto ed aiuta sempre.»
C’è un aspetto del lavoro più noioso o difficoltoso?
«L’aspetto che meno apprezzo del mio lavoro è sicuramente la contabilità in senso stretto, per questo preferisco lasciarla fare alle ragazze che lavorano nel mio studio.»
Qual è l’aspetto del lavoro più interessante?
«L’aspetto del lavoro più interessante sono le relazioni con i clienti: preferisco concentrarmi sulla parte di consulenza nei confronti dell’azienda e del cliente.»
Qual è stato momento più bello della tua carriera?
«Il mio lavoro si basa sull'essere costantemente a contatto con i clienti e questi ultimi sono le variabili principali del mio lavoro perché sono tutti diversi. Per questo motivo tutti i momenti belli o brutti che ho vissuto nella mia carriera di commercialista sono legati alle relazioni con i clienti.
Per i giovani commercialisti sentirsi apprezzati da clienti che sono imprenditori e quindi spesso più esperti dei commercialisti stessi sono i momenti più di soddisfazione. Sentirsi riconoscere un merito da un cliente esperto fa sempre piacere e riempie di orgoglio.»
Qual è stato invece il momento più brutto della tua carriera?
«In questo periodo storico ci sono molte giovani leve che hanno fatto strada nel campo dell’economia e dell’impresa che però fanno fatica a riconoscere i meriti all'attività del commercialista – che col passare del tempo è diventata sempre più complicata. I momenti meno piacevoli quindi direi che sono questi, quando mi ritrovo a relazionarmi con dei clienti giovani, poco navigati, esigenti e che danno un po’ tutto per scontato e quindi non sanno che tipo di lavoro, di ricerca, di studio c’è dietro all'attività del commercialista.
Un’altra difficoltà del lavoro del commercialista sorge come conseguenza del fatto che spesso i clienti non sanno definire in modo chiaro quali siano le competenze e il ruolo di questo professionista nei confronti dell’impresa. Il commercialista viene quindi considerato il “problem solver” per tutte le difficoltà e i dubbi che si presentano e i clienti si rivolgono a lui ogni qualvolta ci sia un problema, proprio perché c’è la convinzione errata che il commercialista abbia una qualche forma di risposta per tutto. In questo momento storico così difficile il commercialista è diventato ancor più il confessore, lo psicologo dell’azienda. E’ importante saper distinguere cosa un commercialista può fare e cosa non può fare per l’azienda e lasciare quindi che siano altri professionisti ad occuparsi dei problemi di loro competenza.
Quello che succede spesso è confondere il commercialista con il consulente del lavoro.
Sono due figure importanti per l’azienda che si occupano di materie diverse, e vengono confuse dall'esterno:
- il commercialista si occupa di tutto ciò che è contabile, fiscale, consulenziale;
- il consulente del lavoro si occupa della sfera legata ai dipendenti e al personale.»
Che caratteristiche/competenze dovrebbe avere una persona per svolgere questa professione?
«Credo che le caratteristiche che dovrebbe avere un aspirante commercialista dovrebbero essere le seguenti:
1) Avere tanta pazienza ed essere disponibili ad ascoltare e a lasciar parlare il cliente. Ci sono due tipi di clienti: quello che ha bisogno del commercialista perché sta molto bene ed è facile da gestire e quello che invece sta molto male e presenta una situazione più delicata. E’ necessario armarsi di pazienza specialmente con questi ultimi, perché a seconda di quanto è grave la loro situazione ci si può trovare a dover fronteggiare situazioni spiacevoli e a subire delle uscite esagerate e fuori luogo da parte dei clienti. Purtroppo alcuni clienti vanno accompagnati lungo percorsi che non sono piacevoli e bisogna spingerli a prendere delle decisioni difficili. Il commercialista si trova ad interagire non solo con la sfera economica di un cliente, ma anche con quella personale in quanto queste due sfere sono estremamente legate, poiché la vita delle persone nella società di oggi gira intorno all’economia, al denaro. Se il cliente si sente accompagnato anche in un momento negativo per la sua attività economica e percepisce che il tuo intervento è utile a risolvere il suo problema (anche se lo porterà ad intraprendere un percorso in discesa), capirà il perché lo hai spinto a prendere quelle scelte e te ne sarà riconoscente.
2) Avere una costante propensione ad essere in una fase di formazione continua. Ormai viviamo in un mondo in cui quello di cui si parla oggi l’indomani è stravolto, è superato, va aggiornato. E’ necessario utilizzare un approccio dinamico in questo lavoro, perché non si ha mai finito di imparare, di studiare e di formarsi. Il cambiamento è una parte essenziale dell’attività del commercialista, perché l’economia è sempre in movimento. Il commercialista deve avere la capacità di trasferire questa sua propensione al cambiamento ai propri clienti.
3) Avere ottime capacità di organizzazione, sia in termini di lavoro che di giornata lavorativa. Devi essere in grado di saper fare due o tre cose contemporaneamente, devi essere multi-tasking. Nel momento in cui ti trovi ad essere un commercialista al giorno d’oggi devi essere capace di guadagnare quello che rimane del mercato, che ormai è saturo, devi dare riscontri in tempi più rapidi, non puoi farti aspettare da nessuno. Devi riuscire a ritagliarti il tuo spazio in un contesto che è diventato estremamente competitivo.»
Quali sarebbero i 3 consigli d’oro che daresti a chi vuole fare il tuo lavoro?
«I 3 consigli d’oro che darei a chi vuole svolgere la mia professione sono i seguenti:
1) Specializzarsi già all'università. Se si ha già intenzione di intraprendere la carriera di commercialista mentre si sta studiando all'università, un primo consiglio è quello di improntare fin da subito il proprio percorso universitario alla specializzazione che si desidera: concentrandosi quindi sul sul fallimentare, sul fiscale, sulle operazioni straordinarie, dove possibile.
2) Mantenere una mente aperta. E’ necessario rendersi conto che c’è da continuare un percorso di studio anche dopo che la laurea è presa: l’attività di commercialista è un contante rinnovarsi e formarsi.
3) Scegliere bene lo studio dove avviare il proprio percorso. E’ importante svolgere il proprio praticantato in una realtà dove non si venga considerati solo dei tirocinanti: il praticantato è un vero e proprio avvio alla professione ed è importante trovarsi bene fin da subito con i colleghi e sentirsi valorizzati e apprezzati. Compiere qualche sacrificio va bene, ma bisogna stare attenti a non cadere in quel circolo vizioso che ti porta ad odiare l’attività per cui hai studiato per colpa di un clima aziendale negativo e ostile. Se si inizia l’attività in uno studio dove non ci si sente realizzati c’è il rischio che la passione vada a spegnersi ancor prima di cominciare veramente con la professione. Il consiglio è quindi quello di dedicare del tempo alla scelta del luogo dove fare il praticantato ed evitare quegli studi dove l'esperienza è premiata più della dinamicità, dove le vedute sono molto ristrette e quindi risulta più difficile emergere come nuovi professionisti. Ottimo sarebbe trovare uno uno studio dinamico, con professionisti disposti a sbilanciarsi, a darti più responsabilità e a darti l’occasione di esprimere il tuo talento e la tua dedizione.»
La nostra intervista a Samuel Hausberger finisce qui! Ti ricordiamo che è solo la prima di altre 9, per cui non esitare a leggere le altre testimonianze dei #giovaniprofessionisti, oppure vai sul nostro profilo Instagram @sportellogiovanitrentino alla sezione IGTV per vedere il video integrale della diretta da cui abbiamo estrapolato questo articolo.