Descrizione
L'iniziativa, promossa a livello regionale da Arci del Trentino, Arciragazzi Bolzano e cooperativa Altrimondi, vede in Provincia di Trento la partecipazione dello SPI-Cgil e il sostegno delle Politiche Giovanili della Provincia Autonoma di Trento.
Prima della partenza i giovani parteciperanno a un percorso di formazione per conoscere la storia della mafia e dell’antimafia siciliana, attraverso tre laboratori e il manuale “Appunti di antimafia”, approntato dall’associazione.
Il viaggio a Corleone si terrà dal 25 agosto al 1 settembre.
Per i giovani che vi partecipano sono un'occasione per sperimentarsi in azioni concrete contro l'illegalità.
L'obiettivo principale è diffondere una cultura fondata sulla legalità democratica e sulla giustizia sociale, che possa efficacemente contrapporsi alla cultura della violenza, del privilegio e del ricatto.
I terreni confiscati in Sicilia sono gestiti dalla Cooperativa “Lavoro e non solo”; circa 150 ettari tra Corleone, Monreale e Canicattì che producono tramite metodo biologico legami, pasta, olio, passata di pomodoro ed uva.
I partecipanti alloggeranno a Casa Caponnetto, edificio adibito ad ostello e confiscato nei primi anni del duemila ai fratelli Grizzaffi, nipoti di Salvatore Riina.
I partecipanti saranno coinvolti in attività formative, incontri con personalità impegnate nella lotta alla mafia e visite alla scoperta del territorio, a Cinisi (Palermo) alla casa di Peppino Impastato, il giornalista e attivista siciliano noto per le sue denunce contro Cosa Nostra, a Portella della Ginestra, luogo della strage del primo maggio 1947, e a Palermo.
Al ritorno i giovani che hanno preso parte ai Campi, saranno chiamati a restituire alla cittadinanza la loro esperienza anche tramite apposite iniziative.
"Il fatto che ogni anno ci siano ragazze e ragazzi trentini che scelgono di sostenere con il proprio lavoro le realtà che gestiscono in Sicilia i beni confiscati a Cosa nostra e di conoscere meglio il fenomeno mafioso incontrando i protagonisti delle battaglie per la legalità, non è solo un gesto simbolico ma la reale costruzione di una comunità attenta e consapevole - dichiara Andrea La Malfa, presidente ARCI del Trentino - Un impegno che unisce il pensare al fare, che serve ai giovani per riflettere sull'importanza di essere cittadini attivi e consapevolie sul potere mafioso, che resta uno dei grandi problemi troppo spesso sottaciuto dell'Italia”. Il percorso può essere riconosciuto dalle scuole superiori come progetto di “Alternanza scuola-lavoro”.